Come si innaffiano le orchidee? Ecco la risposta

Coltivare le orchidee significa aprire le porte della propria vita quotidiana a un’esperienza decisamente unica. Stiamo parlando, infatti, di fiori straordinari: nel mondo, ci sono più di 25000 varietà, suddivise in oltre 700 generi (questi dati sono probabilmente sottovalutati, poiché, fino ad oggi, i botanici non hanno scoperto tutto ciò che si cela all’interno di quel fantastico ecosistema che sono le foreste tropicali).

Quando si decide di coltivare orchidee in casa, è fondamentale prestare particolare attenzione all’irrigazione. Nelle prossime righe, oltre a fornire indicazioni sui tempi, daremo anche qualche consiglio pratico riguardo a un metodo tradizionale, giunto fino a noi dal Giappone, risalente a un’epoca in cui, con abilità senza pari, il Sol Levante era un punto di riferimento nella coltivazione di questo fiore.

Suggerimenti fondamentali per la coltivazione delle orchidee

Prima di affrontare il tema dell’apporto idrico, è necessario considerare altri passaggi essenziali per far prosperare le orchidee. Si parla di luce, tenendo presente che questi fiori si sviluppano in ambienti molto luminosi. La mancanza di luce rappresenta un serio rischio: la bellezza di questo fiore, infatti, può deteriorarsi rapidamente. Tuttavia, è importante notare che i raggi solari non devono colpire direttamente. L’ideale è posizionare la pianta su un davanzale di una finestra esposta a nord.

Anche l’umidità è un fattore cruciale: ricordiamo che le orchidee, in natura, si sviluppano in ambienti dove le piogge possono verificarsi anche più volte al giorno. Riprodurre esattamente queste condizioni è chiaramente impossibile, ma ci si può avvicinare molto. Un trucco fondamentale è posizionare la pianta su un sottovaso riempito di palline di argilla, anch’esse immerse in un dito d’acqua. Per completare il tutto, è consigliabile vaporizzare le foglie, facendo attenzione a non bagnare i fiori.

Come annaffiare le orchidee con il metodo giapponese?

Adesso passiamo a discutere dell’irrigazione, un passaggio fondamentale per la salute del fiore e la sua cura. Il metodo di cui parleremo ora, di origine giapponese, è scelto e utilizzato anche da esperti giardinieri, ma ha il grande vantaggio di essere semplice e gestibile anche per chi non possiede un pollice verde. Ecco cosa ti occorre:

  • Una bacinella
  • Acqua tiepida
  • Se l’acqua proviene dal rubinetto, assicurati che non sia eccessivamente clorata

Una volta verificata la qualità dell’acqua – se contiene troppa cloro, l’odore sarà decisamente sgradevole – non resta che prendere l’orchidea, estrarla dal vaso e immergerla nella bacinella con acqua tiepida. A questo punto, è necessario lasciarla riposare per un periodo di 7-10 minuti senza toccarla. È importante che a essere a contatto con l’acqua siano principalmente le radici.

Trascorso il tempo appena indicato, si rimuove l’orchidea dalla bacinella, dedicando qualche secondo a far scolare l’acqua in eccesso. Una volta completato questo passaggio, si può rimettere tranquillamente la pianta nel suo vaso. Si tratta di un metodo che richiede pazienza e costanza: nei mesi estivi, infatti, per garantire la salute dell’orchidea, dovrebbe essere applicato anche tre volte al giorno.

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